Quanto costa in il lavoro straordinario rispetto al lavoro ordinario?
Si definisce lavoro straordinario quello prestato oltre l’orario normale di lavoro fissato in 40 ore settimanali o il minor orario di lavoro stabilito dai contratti collettivi ai fini contrattuali. Il ricorso a prestazioni di lavoro straordinario deve essere contenuto e sono i contratti collettivi a regolamentare le modalità di esecuzione delle prestazioni di lavoro straordinario. Lo straordinario deve poi essere computato a parte e compensato con le maggiorazioni previste dai contratti collettivi di lavoro. In alternativa o in aggiunta i contratti collettivi possono consentire che i lavoratori usufruiscano di riposi compensativi: in questo caso le ore di lavoro straordinario prestate non si computano ai fini della durata massima media dell’orario di lavoro settimanale. La durata media dell’orario di lavoro non può in ogni caso superare, per ogni periodo di sette giorni, le quarantotto ore, comprese le ore di lavoro straordinario. La durata media è calcolata con riferimento a un periodo non superiore a quattro mesi, prolungabile fino ad un anno nei contratti collettivi.
Il ricorso al lavoro straordinario è ammesso soltanto previo accordo tra datore di lavoro e lavoratore per un periodo che non superi le duecentocinquanta ore annuali.
Salvo diversa disposizione dei contratti collettivi, il ricorso a prestazioni di lavoro straordinario è inoltre ammesso in relazione a:
a) casi di eccezionali esigenze tecnico-produttive e di impossibilità di fronteggiarle attraverso l’assunzione di altri lavoratori;
b) casi di forza maggiore o casi in cui la mancata esecuzione di prestazioni di lavoro straordinario possa dare luogo a un pericolo grave e immediato ovvero a un danno alle persone o alla produzione;
c) eventi particolari, come mostre, fiere e manifestazioni collegate alla attività produttiva, nonché allestimento di prototipi, modelli o simili.
E’ opinione diffusa che le ore di lavoro straordinario costino maggiormente al datore di lavoro, a causa delle maggiorazioni imposte dalle norme di legge e dai contratti collettivi. In realtà conti alla mano,non è sempre così.
Costo del lavoro straordinario
La determinazione del costo del lavoro straordinario deve essere effettuata partendo dalla retribuzione lorda dovuta su base oraria, aggiungendo le maggiorazioni retributive previste dai contratti collettivi. La norma di legge non definisce alcuna regola in merito all’incidenza del lavoro straordinario su altri istituti retributivi. Sarà pertanto importante analizzare le disposizioni contrattuali collettive per stabilire eventuali riflessi su mensilità aggiuntive; ferie e permessi; festività; provvigioni e altri compensi variabili. La generalità di contratti collettivi esclude ogni incidenza su ulteriori istituti retributivi differiti, ma è sempre consigliabile una lettura attenta per valutare alcune particolarità.
Più complessa è la questione dell’incidenza del compenso per lavoro straordinario sul Tfr. In questo caso si fa riferimento alle norme di legge, pertanto se il CCNL nulla disciplina in merito, occorre rifarsi ai criteri giurisprudenziali della non occasionalità degli straordinari ai fini del computo del Tfr.
Per determinare il costo del lavoro straordinario occorre partire dalla retribuzione oraria lorda, aggiungere la maggiorazione prevista e successivamente sul totale dell’importo dovuto calcolare la contribuzione dovuta.
Prendendo a riferimento un lavoratore cui viene applicato il CCNL del Settore Turismo – Pubblici Esercizi, inquadrato come cuoco al quarto livello, con retribuzione mensile pari a € 1.462,29 avremo una retribuzione oraria lorda pari a € 8,50 così calcolata: € 1.462,29 diviso 172 ore. A tale importo occorre aggiungere la maggiorazione prevista contrattualmente per le ore di lavoro straordinario pari al 30%. Pertanto un’ora di straordinario dovrà essere retribuita con € 11,05 lorde e ai fini del costo del lavoro dovremo aggiungere la contribuzione obbligatoria a carico del datore di lavoro ai fini INPS e INAIL: giungeremo così ad un costo pari a € 15,40 su base oraria.
Costo orario ordinario
Il costo orario effettivo viene calcolato determinando prima il costo annuo. Partendo dalla retribuzione annua lorda, si vanno a calcolare i costi contributivi, applicando l’aliquota di contribuzione all’INPS del settore e il tasso INAIL previsto per la voce di rischio. A questi costi si è soliti aggiungere il costo del rateo del Tfr, come pari al 6,91%, in modo da considerarlo al netto del contributo aggiuntivo dello 0,50% e della rivalutazione eventualmente spettante. In alcuni casi si aggiunge come onere aggiuntivo anche l’incidenza dell’IRAP gravante sul costo del lavoro non deducibile. Si segnala che a decorrere dal periodo di imposta 2015, per i lavoratori assunti a tempo indeterminato, il costo del lavoro è integralmente deducibile ai fini IRAP.
Prendendo a riferimento il medesimo lavoratore di cui sopra, con retribuzione mensile pari a € 1.462,29 avremo una Retribuzione Annua Lorda pari a € 20.472,06 e un costo annuale di € 30.075,25. Ottenuto il costo annuo teorico è possibile determinare il costo orario effettivo, ossia quello calcolato sulle ore effettivamente lavorate in un anno. In un anno di lavoro le ore sono pari a 2080, ossia 40 ore per 52 setttimane. Considerando come non lavorate le ore per: ferie (173,33 ore), permessi ex festivi e/o di riduzione dell’orario di lavoro (104 ore), e per festività di legge e da contratto collettivo (96 ore) si avranno un numero di ore lavorative pro capite per lavoratore pari a 1.706,67.
Il costo orario sarà pertanto pari a € 17,62
Il costo orario per le ore di lavoro ordinarie a causa dell’incidenza delle retribuzioni differite e delle assenze, risulta essere pertanto superiore a quello del lavoro straordinario.
Considerazioni conclusive
L’utilizzo di uno strumento di flessibilità quale il lavoro straordinario non comporta pertanto sempre maggiori costi, anzi a livello orario per il datore di lavoro il costo di un’ora di lavoro straordinario è paradossalmente inferiore a quello delle ore ordinarie. Ulteriore paradosso è che l’utilizzo di un numero elevato di ore di lavoro straordinarie comporta un’ulteriore riduzione del costo del lavoro ordinario. Infatti il costo delle ferie, festività, permessi e mensilità aggiuntive si va a distribuire su un numero maggiore di ore di lavoro annue. Occorre però ricordare che un utilizzo eccessivo, oltre i limiti di legge, del lavoro straordinario comporta sanzioni amministrative, un tendenziale impoverimento della qualità del lavoro prestato dal dipendente e un probabile maggior rischio di infortuni collegati allo stress e al maggior impegno richiesto dal datore di lavoro.
Dott. Dimitri Cerioli