Proiettati verso il futuro: l’Industria 4.0
Si sente sempre più spesso parlare di Industria 4.0: ma in che cosa consiste effettivamente?
Il termine è stato coniato nel 2011 per definire un progetto del governo tedesco, che ha poi ispirato il progetto europeo “Industry 4.0”, finalizzato alla creazione della c.d. “industria del futuro”, in grado di essere maggiormente competitiva grazie ad importanti investimenti nel sistema scolastico, nel settore dei sistemi energetici e nel mondo della ricerca.
Tale fenomeno rappresenta la c.d. “Quarta Rivoluzione Industriale”, dopo la Prima avvenuta nella seconda metà del Settecento con l’introduzione della macchina a vapore e lo sviluppo dell’industria tessile e metallurgica, la Seconda convenzionalmente fatta iniziare nel 1870 con l’invenzione dell’elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio e la Terza, c.d. “rivoluzione digitale”, verificatasi dagli anni Settanta del Novecento.
Il realtà l’Industria 4.0 non prende a riferimento solo il settore industriale, ma l’intero sistema socio-economico globale e, in particolare, lo sviluppo sostenibile, attraverso l’ottimizzazione dei processi produttivi, il supporto a processi di automazione industriale e la collaborazione produttiva tra imprese attraverso tecniche avanzate di pianificazione distribuita, gestione integrata della logistica in rete e interoperabilità dei sistemi informativi.
Per questo, il “Piano Nazionale Industria 4.0 2017-2020” prevede tre principali linee guida:
- operare in una logica di neutralità tecnologica, favorendo la ricerca di soluzioni alternative;
- intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali;
- agire su fattori abilitanti, assicurando adeguate infrastrutture di rete, garantendo la sicurezza e la protezione dei dati, collaborando alla definizione di standard di interoperabilità internazionali.
Nello specifico, in Italia l’attuazione di questo progetto si concretizza principalmente nelle seguenti attività:
a) Iper e Super Ammortamento: strumento finalizzato a supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.
b) Beni strumentali (c.d. “Nuova Sabatini”): agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. La misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.
c) Fondo di Garanzia: strumento istituito per favorire l’accesso delle piccole e medie imprese alle fonti finanziarie mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle imprese. Il Fondo permette all’impresa di ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (e quindi senza costi di fideiussioni o polizze assicurative) sugli importi garantiti dal Fondo, che non offre comunque contributi in denaro. Secondo le ultime rilevazioni, oltre il 99% delle imprese ha avuto accesso al finanziamento con la copertura del Fondo senza dover presentare garanzie reali.
d) Credito di imposta R&S: credito d’imposta del 50% su spese incrementali in ricerca e sviluppo, riconosciuto fino a un massimo annuale di 20 milioni di €/anno per beneficiario e computato su una base fissa data dalla media delle spese in ricerca e sviluppo negli anni 2012-2014.
e) Startup e PMI innovative: godono di una normativa di favore, in particolare per quanto riguarda la semplificazione normativa, le agevolazioni fiscali, il mercato del lavoro e la normativa fallimentare.
f) Patent box: è stato introdotto un regime opzionale di tassazione per i redditi derivanti dall’utilizzo di opere dell’ingegno, di brevetti industriali, di marchi, di disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili.
Ancora non si è certi di quali ripercussioni possa avere il nuovo progetto sul mercato del lavoro non solo italiano ma anche europeo e mondiale. Non mancano opinioni piuttosto pessimiste, come il resoconto della ricerca “The Future of the Jobs” presentata al World Economic Forum, che preannunciano la perdita di milioni di posti di lavoro. Per contro, tali perdite dovrebbero essere almeno parzialmente compensate con la valorizzazione di nuove competenze soprattutto di pensiero critico e creatività nel campo della finanza, del management, dell’informatica e dell’ingegneria.
Lo scenario appare, pertanto, in rapida evoluzione ed è fondamentale che l’industria italiana rimanga al passo con l’evoluzione globale ed affronti al meglio la Quarta Rivoluzione Industriale.
Si consiglia, pertanto, di prendere visione, per ulteriori informazioni, della pagina dedicata al Progetto Nazionale Industria 4.0 sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, dal quale sono stati acquisiti i dati infra.
Avv. Roberta Amoruso